martedì 6 marzo 2012

Rissa al Berchet, Forza Nuova propone un dibattito sulla libertà d’espressione:«No, siete razzisti»




Lotta Studentesca: discutiamo sulla libertà di espressione. La risposta: «La propaganda razzista è altro»


MILANO – Un dibattito pubblico sulla libertà di espressione, lo propone Forza Nuova dopo gli scontri di sabato mattina per un loro volantinaggio davanti al liceo classico Berchet. E vorrebbero come ospite proprio lo studente che ha raccontato di aver preso (da loro) due pugni in faccia per aver rifiutato i volantini.Mentre i collettivi su Facebook chiamano a raccolta gli studenti («né al Berchet né altrove fuori i fasci dalla scuole») e preparano uno «spezzone antifascista» per il corteo di venerdì mattina, Forza Nuova rivendica una libertà di espressione che sabato, davanti alla scuola di via Commenda, sarebbe stata negata.
Ieri il comunicato sul sito di Forza Nuova: «Alcuni giovani di Lotta Studentesca che sabato volantinavano al Berchet sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da studenti che volevano impedirne l’azione politica. Alcuni giornali hanno anche parlato di aggressione antisemita, smentita fra l’altro dal diretto interessato. Invitiamo quello studente e chi non ha paura a un confronto pubblico. La paura genera pregiudizi».
Il liceale del Berchet, iscritto al quinto anno e rappresentante degli studenti, conferma l’aggressione («preso a pugni, ma non perché ebreo») e respinge l’invito: «La libertà di espressione è una cosa, la propaganda su xenofobia e razzismo è altro. Loro sono liberi di volantinare, io di rifiutare il loro volantino che parla di “orde di immigrati”. E rifiuto anche il loro dibattito pubblico».
Volantinaggi a scuola e libertà di espressione. «Viene garantita solo ad alcuni», è la denuncia di Forza Nuova. Mentre il leghista Matteo Salvini meno di un mese fa aveva polemizzato quando il sindaco Pisapia era stato invitato al «suo» liceo Berchet: «Nelle scuole di Milano parla solo la sinistra», sosteneva il capogruppo del Carroccio. Salvini aveva parlato di «discriminazione»: «Mi sono reso disponibile a intervenire in tutti gli istituti della città, nessuno mi ha invitato. Nemmeno il mio ex liceo, il Manzoni». Un invito per Salvini infine è arrivato. Oggi incontrerà gli studenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci, con l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino.


Corriere della Sera


Federica Cavadini


6 marzo 2012




Signori che dire…parlano di razzismo e xenofobia ma sono i primi ad evitare il confronto con quelli diversi da loro. Forse perchè non hanno nulla da dire. Forse perchè sono proprio loro ad essere imbevuti di pregiudizi. Forse perchè sanno di non essere dalla parte della ragione.

lunedì 5 marzo 2012

Forza Nuova invita lo studente del Liceo Berchet (e tutti quelli che lo vorranno) ad un dibattito pubblico sulla libertà di espressione

Sabato mattina alcuni giovani di Lotta Studentesca che stavano effettuando un volantinaggio di routine davanti al liceo Classico Berchet, sono stati aggrediti sia verbalmente che fisicamente da alcuni studenti dell’istituto che volevano impedirne l’azione politica.
Fra questi studenti, uno in particolare si è distinto per la veemenza con cui tentava di impedire ai giovani di LS il diritto di espressione garantito a tutti i cittadini italiani dall’articolo 21 della Costituzione.
Naturalmente quasi tutti i giornali, Repubblica in particolare, hanno stravolto la realtà arrivando addirittura a parlare di aggressione antisemita. Prontamente smentita tra l’altro dal diretto interessato.
Forza Nuova invita ufficialmente quello studente e tutti quelli che non hanno paura del confronto ad un pubblico dibattito sull’importanza della libertà di espressione che dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini. E non solo ad alcuni, come spesso capita.
La paura genera pregiudizi. Forza Nuova non ha paura.
Forza Nuova Milano

domenica 4 marzo 2012

Diniego della Questura, aggressione contro LS e contrapposizione tra giovani della sinistra e della destra radicali: qualche considerazione





La Questura di Milano ha negato, domenica 4 marzo, l’autorizzazione al Presidio di FN a difesa dell’articolo 21 mentre ha consentito che i soliti dinosauri dell’antifascismo militante potessero manifestare contro il comizio organizzato dalla Fiamma Tricolore in piazza S.Carlo. Le motivazioni, davvero pretestuose si possono leggere sul diniego qui sopra riportato.
Inoltre, sabato mattina alcuni giovani di Lotta Studentesca che volantinavano davanti al Liceo Berchet, sono stati aggrediti sotto gli occhi di alcuni agenti della digos che sono intervenuti solo ad aggressione ormai avvenuta. Noi riteniamo che il dualismo fascismo/antifascismo sia l’arma spuntata di chi ha paura del confronto. Ma è ancor più evidente che esista una regia (tra cui giornali come Repubblica) che ha tutto l’interesse a soffiare sul fuoco della contrapposizione tra giovani di opposte opinioni politiche per poi giustificare la necessità di una conseguente ondata repressiva. Un’ondata repressiva che si è già scatenata nei confronti della destra e della sinistra radicali che sono rimaste le uniche voci fuori dal coro della grande alleanza che sostiene il governo delle banche, del taglio dei diritti dei lavoratori, dell’impoverimento degli italiani, delle grandi e inutili infrastrutture e delle cosiddette riforme che vogliono limitare il confronto politico attraverso i “tecnici” e i loro servitori.

lunedì 16 gennaio 2012

I nuovi Vespri Siciliani

In Sicilia il Movimento dei Forconi è in marcia.


Come i Vespri siciliani storici, questi sommovimenti siciliani preannunciano radicali cambiamenti in Italia, la cui portata è al momento imprevedibile.

Infatti, più di cento mila manifestanti tra agricoltori, artigiani, commercianti, professionisti stanno bloccando la Sicilia per chiedere le giuste rivendicazioni, per assicurare reddito alle proprie aziende e alle proprie famiglie ridotte al fallimento per le scelte sbagliate della politica regionale e nazionale.

Si prevede entro stasera il blocco totale della Sicilia.

I manifestanti chiedono ad alta voce… le dimissione del governatore della Sicilia, Lombardo, dice Martino Morsello del Movimento dei Forconi, per aver tradito i siciliani, per averli raggirati nelle precedenti elezioni avendo promesso loro la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi e l’applicazione dello statuto siciliano.

Non è escluso nelle prossime ore che i manifestanti agiranno con maniere forti per chiedere al gorverno regionale le riforme e provvedimenti adeguati.

Questo nonostante la censura mediatica in atto sul Movimento!

http://ilcorrosivo.blogspot.com/2012/01/i-forconi-in-sicilia-censurati-dai-tg.html

Forza Nuova è, anche questa volta, a fianco del Popolo contro i Poteri e le Mafie che condizionano e opprimono non solo la Sicilia ma tutta l’Italia:

Questo il comunicato della Segreteria Nazionale di ForzaNuova dello scorso 11 gennaio

lunedì 9 gennaio 2012

I soldi della Lega Nord? Finiscono investiti in Tanzania

C’è aria di burrasca nella Lega Nord dopo la diffusione delle notizie sui giri di denaro che hanno interessato i conti del partito, documentati con dovizia di particolari in un articolo pubblicato domenica sul Secolo XIX. Di questi soldi, provenienti dai rimborsi elettorali, tanti nel movimento non sapevano nulla e probabilmente sarà la segreteria politica in programma per oggi nella sede milanese del Carroccio a chiarire la faccenda.

Negli ultimi giorni dell’anno appena concluso un conto da 10 milioni di euro, gestito direttamente dal segretario amministrativo federale del Carroccio Francesco Belsito, è stato letteralmente prosciugato e i soldi sono stati investiti in gran parte all’estero tra Norvegia, Cipro e Tanzania. Stando alla ricostruzione del quotidiano genovese, i movimenti-base dei soldi leghisti verrebbero gestiti attraverso diversi conti correnti ordinari nelle varie filiali del Banco popolare, i movimenti straordinari sarebbero invece coordinati da Banca Aletti.

“I movimenti-base – si legge nell’articolo di Mari – sono vistosi spostamenti, in entrata e in uscita: nell’ultimo semestre dai soli conti liguri sono stati trasferiti almeno 700 mila euro ad altri conti della Lega Nord, sono stati emessi almeno 450 mila euro in assegni circolari e lo stesso Belsito ha ritirato in contanti almeno 50 mila euro”.

Per quanto riguarda invece il fitto programma di investimenti leghisti andato in scena tra il 15 e il 30 dicembre scorsi le cifre sono ancora più corpose. Il primo movimento porta dritti a Cipro: “1,2 milioni di euro dalla Lega Nord per l’acquisto di quote del fondo “Krispa Enterprise ltd”. Il fondo è basato a Larnaca, città turistica della costa meridionale, vicina al confine con Cipro Nord”. Passa qualche giorno e un’altra parte dei fondi del partito di Bossi partono alla volta del nord Europa: “7,7 milioni di corone norvegesi (poco più di un milione di euro) vincolato per sei mesi a un interesse del 3,5%”. L’ultimo spostamento di danaro ordinato da Genova è quello per “il collocamento dei 4,5 milioni di euro per un’operazione in Tanzania”. Quest’ultimo investimento, sempre stando alla ricostruzione del Secolo XIX, coinvolgerebbe anche il consulente finanziarioStefano Bonet, il cui nome è legato anche ad un rocambolesco fallimento societario risalente al 2010, oltre ad essere in affari con l’ex ministro Aldo Brancher (che si è dimesso dopo 17 giorni perché indagato sulle scalate ad Antonveneta).

Francesco Belsito, plenipotenziario tesoriere del Carroccio legato con un filo diretto al Capo, Umberto Bossi, ha puntualizzato che “queste informazioni sono una grave violazione della privacy e delle regole bancarie”, spiegando di non conoscere nel dettaglio le operazioni, perché, dice, “noi ci affidiamo a banche e promotori di cui ci fidiamo. Non sono operazioni in paradisi fiscali ma investimenti alla luce del sole. Noi investiamo con concretezza, ci fidiamo dei nostri consulenti e scegliamo le cose migliori”.

Inutile dire che la notizia non è stata accolta con entusiasmo in casa leghista dove c’è già chi auspica una spiegazione, come l’eurodeputato Matteo Salvini, che ricorda: “Ci sono diverse sezioni che chiedono 100 euro ai militanti per pagare l’affitto a fine mese. La Padania, il nostro quotidiano, versa in difficoltà economiche che tutti conoscono. E poi leggiamo della Tanzania… Spero, per rispetto dei militanti, che ci sarà una spiegazione per ogni quattrino speso”.

giovedì 5 gennaio 2012

Ungheria. La svolta invisa all’alta finanza.


In Ungheria, cuore della Mitteleuropa, sta avvenendo qualcosa di atipico, che l’opinione pubblica occidentale ha finito per considerare estraneo e finanche pericoloso, a seguito di un addomesticamento culturale passato negli anni attraverso fitte campagne mediatiche atte a promuovere quello liberista come l’unico, valido modello di sviluppo.

Succede che il tricolore magiaro sormontato dalla corona di Santo Stefano è tornato a sventolare nel cielo plumbeo di Budapest, per affermare una sovranità nazionale che favorisce il popolo e terrorizza i banchieri.

Il primo gennaio è entrata in vigore la nuova Costituzione ungherese, voluta dal governo di Viktor Orbán ed approvata nell’aprile scorso dal Parlamento (dove il partito di governo Fidesz gode di due terzi della maggioranza). La nuova Carta, redatta con accenti che rievocano antichi lustri d’identità nazionale, è contraddistinta da una serie di provvedimenti che mirano a ricostruire un potere sovrano. Al suo interno spiccano tuttavia misure controverse, che hanno generato malumori giacché limitative di alcune, definite da molti “derive etiche” e da altri “libertà individuali”. In nome della tradizione cristiana, cemento dell’unità e motore dello sviluppo storico dell’Ungheria, l’esplicita frase iniziale “Dio benedica gli ungheresi” indica l’assetto culturale su cui si basa tutto l’impianto della nuova Costituzione. L’embrione, anzitutto. La nuova Carta lo considera un essere umano fin dal suo concepimento, così sgomberando il campo della discussione sulla liceità dell’aborto da equivoci derivanti dal mese di gravidanza. Il matrimonio, poi. E’ autorizzato espressamente solo quello tra un uomo e una donna. Inoltre, le comunità religiose che potranno beneficiare di sovvenzioni pubbliche vengono portate da 300 a 14, un taglio che va a discapito solo di ristrettissime minoranze e che consente cospicui risparmi per le casse dello Stato, dunque per la comunità tutta. Sempre a vantaggio del popolo ungherese, spunta una norma che fissa per tutti l’aliquota fiscale al 16% (attualmente l’Ungheria, con il suo 27% di valore normale dell’aliquota, è il Paese dell’Unione europea con la percentuale di imposta più alta). Le misure in ambito economico sono proprio quelle che maggiormente preoccupano l’estero, rappresentato soprattutto in questa campagna anti-ungherese dalle lobby della finanza, colpite nei loro interessi particolari dalla svolta costituzionale di Viktor Orbán. Con la nuova Carta, infatti, la Banca centrale ungherese dipende direttamente dal governo: il Primo ministro sceglie i suoi assistenti, inoltre sei dei nove membri del consiglio monetario della Banca centrale sono nominati dal Parlamento. Questo cambio di registro non fa che complicare i già tormentati rapporti tra la Banca centrale ungherese e agenti esterni della finanza, ovvero Fondo Monetario Internazionale e istituzioni finanziarie europee. Nel settembre scorso il sistema bancario internazionale è entrato ufficialmente in rotta di collisione con l’Ungheria. Durante quel mese, per arginare la crisi derivante dal debito pubblico più alto in un Paese dell’Est, il governo Orbán ha favorito i suoi cittadini che avevano contratto un debito con le banche in valuta straniera svalutando forzosamente la moneta nazionale. Lo strappo ha generato una svalutazione del fiorino ungherese di circa il 23%, di oltre il 12% se in euro. Ciò significa che occorrono meno fiorini per ripagare il debito, di fatto la svalutazione si trasforma in uno sconto. Come se non bastasse questa rivoluzionaria riforma finanziaria, si è imposto per legge che la differenza tra il valore nominale del cambio monetario e quello reale venga imputato agli istituti di credito che sono detentori dei debiti.

Quella manovra approvata a Budapest a settembre ha creato intorno all’Ungheria uno stuolo di nemici acerrimi facenti capo all’alta finanza, molto temibili per via del loro indiscutibile potere economico e pronti a sferrare un agguato non appena si fosse presentata occasione propizia. Solo oggi, un’ondata di costernazione popolare contro la nuova Costituzione – fisiologica in ogni Paese democratico, specialmente in tempi di crisi – è diventato lo strumento che questi nemici stanno brandendo all’indirizzo dell’Ungheria. La stampa occidentale finanziata dal grande capitale trasforma così la pur partecipata manifestazione di dissenso in riva al Danubio dello scorso 2 gennaio in “oceaniche sfilate di massa”, tacendo invece su un consenso equivalente al 52,7% dei voti che hanno consentito ad Orbán e al suo governo, nell’aprile 2010, di insediarsi. Ma non solo. La stampa occidentale, pur di diffamare il presidente magiaro e il suo governo, rispolvera anche l’evidentemente mai sopito (dalle coscienze di certi intellettuali) nostalgismo vetero-marxista. Ecco che una colpa di Orbán diventa quella di aver nominato personalità nuove in settori dirigenziali della cultura, sinora monopolio assoluto di ristrette cerchie legate al cupo passato comunista del Paese. Un’altra colpa? Quella di voler rimuovere la statua, piazzata proprio davanti al Parlamento, del poeta di origini rumene Attila Jozef, celebre cantore dell’ideologia marxista. La quale ideologia marxista – è bene ricordarlo agli smemorati – ha causato all’Ungheria, durante la sola insurrezione ungherese del 1956, l’orrore di 2.652 morti e 250.000 feriti (il 3% di tutta la popolazione).

Intanto, la guerra contro l’Ungheria è iniziata anche su altri fronti, oltre a quello giornalistico. Le speculazioni finanziarie che hanno colpito il mercato ungherese sortiscono effetti devastanti. Standard & Poor’s, a seguito delle recenti dinamiche borsistiche che hanno sfavorito Budapest, ha definito il rating (l’affidabilità economica) dell’Ungheria uno “junk”, ossia spazzatura. In campo politico, invece, è l’Unione europea che fa la sua parte, avendo minacciato il Paese magiaro di sospendere gli aiuti economici dopo l’entrata in vigore della nuova Costituzione. Dal canto suo, il governo di Orbán non sembra intimorito e invita la Commissione europea al dialogo. “Abbiamo inviato il testo (della nuova Costituzione, NdR) a Bruxelles. Se la Commissione troverà punti di cui discutere, noi siamo pronti alle consultazioni, siamo aperti” ha riferito Peter Szijjarto, portavoce del premier.

Questo scenario di ostracismo anti-ungherese rende legittimo un quesito: più corretto definire dittatura la svolta nazionale, autoritaria e sociale di Viktor Orbán o le bieche operazioni della finanza internazionale che mirano a soffocarne le aspirazioni sovrane?

Federico Cenci

http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6374:ungheria-la-nuova-costituzione-una-svolta-autoritaria-invisa-allalta-finanza-&catid=3:politica-estera&Itemid=35

mercoledì 28 dicembre 2011

E’ arrivato un anno nuovo di zecca. Forza Nuova è pronta!

Per il Natale 1943, ogni rifugio aveva piantato il proprio albero di Natale, imbiancato con ovatta portata via agli infermieri. Al fronte, non avevo visto che Natali tristi. L’uomo beveva, cantava, beffeggiava; per un ora, andava benissimo. Poi ognuno si ricordava del Natale a casa, i tronchi che rosseggiavano, i bambini abbagliati, la sposa commossa, i canti così dolci. Gli sguardi si perdevano in lontananza, raggiungono gruppi isolati di casolari, appartamenti un tempo felici. Un soldato usciva: lo si trovava che piangeva solo, sotto la luna…Esattamente a mezzanotte, nel momento in cui quelli che facevano ancora gli spavaldi avevamo appena intonato il Minuit chretiens! Il cielo si infiammò. Non erano certamente né gli Angeli annunciatori, né le trombe di Betlemme: era l’attacco! I rossi, dicendosi che a quell’ora i nostri uomini sarebbero stati un po’ brilli, avevano aperto il fuoco con tutta la loro artiglieria e arrivavano al combattimento…All’alba, il fuoco si calmò. Il nostro cappellano distribuì la comunione alla truppa, che salì dalle postazioni, squadra per squadra, fino alla cappella ortodossa in cui fraternizzavano, molto cristianamente, il nostro prete vallone, vestito in feldgrau e il vecchio pope con la mitra viola. Là, i cuori dolenti o amari trovarono il sollievo. I genitori, la sposa, i bambini diletti avevano ascoltato la medesima messa, laggiù, e ricevuto la medesima Eucarestia…I soldati ridiscesero con le anime semplici, pure come la grande steppa bianca che balenava nel pomeriggio di Natale”.

Il tempo di Natale, Léon Degrelle

In Grecia è crisi nera, povertà e suicidi alle stelle. (e noi potremmo essere i prossimi)


Neonati denutriti perché i genitori non sono più in grado di alimentarli a sufficienza; bambini che in classe arrivano senza il pranzo e dicono di esserselo dimenticato e insegnanti che cercano disperatamente di rimediare cibo per i loro alunni che fanno la fame. Intanto negli ospedali i pazienti che pagano bustarelle ai medici pur di essere curati, e le grandi case farmaceutiche iniziano a sospendere la rifornitura di farmaci.

Non è un film, né un reportage da un paese del terzo mondo. Siamo in Grecia, a pochi chilometri da noi, a pochi giorni da Natale. Il Natale più povero che i greci possano ricordare, almeno da una cinquantina d’anni a questa parte. Per le strade di Atene, quasi nessuno. I negozi che vendono regali sono praticamente deserti.

Il meccanismo si è rotto: nessuno spende più, nessuno lavora più. Fra i giovani la disoccupazione è alle stelle. Il 40 per cento di quelli compresi fra i 18 e i 30 anni è disoccupato; altri lavorano gratis. Tutti, o quasi, vorrebbero fuggire, molti lo fanno. Chi va in Germania, chi in Svezia, chi prova ad andare in Australia. Vanessa, 26 anni, intervistata dal Corriere della Sera, arriva a dire di odiare il proprio paese, di volersene andare immediatamente per non tornare più.

Secondo i dati della Confederazione nazionale del commercio ellenica, nove greci su dieci hanno abolito le spese per il vestiario e per le calzature, otto su dieci le spese per i divertimenti, e ben uno su quattro non riesce ad avere i soldi per acquistare generi di prima necessità, dunque si trova al di sotto della soglia di povertà. Se sino a tre anni fa la Grecia, paese del sole, del Sirtaki e del quieto vivere, era il paese europeo con meno suicidi, oggi la situazione è capovolta, la Grecia occupa la prima posizione. E le brutte notizie non finiscono qui.

Proprio oggi il governo Papademos si appresta a sferrare un altro duro colpo ai propri cittadini. Il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a decidere sull’ipotesi di tagliare ancora le pensioni, per la terza volta negli ultimi cinque mesi. Le riduzioni previste dal disegno di legge del ministero del Lavoro parlano di tagli che vanno dal 15 al 40 per cento, a seconda della situazione finanziaria dell’Ente Previdenziale. Un’altra mazzata ad un paese moribondo.

Entro il 2015, poi, la troika composta da Fmi, Bce e Ue ha chiesto il taglio di altri 150mila dipendenti statali. Per strada, così come sui giornali e nei salotti televisivi, si fa a gara a trovare i colpevoli della crisi. Chi accusa la corruzione della classe politica, chi la Germania, chi il sistema finanziario, chi gli stessi cittadini rei di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità.

Ciò che sembra piuttosto ovvio, è che la cura Papademos non salverà il paese. (esattamente come Monti in Italia nd FN)

La medicina dell’austerità, somministrata in dosi così massicce, sembra piuttosto infierirgli un colpo mortale. Dunque il peggio deve ancora venire. Il 2012 si prospetta come l’annus horribilis per la Grecia, che difficilmente riuscirà ad alzare la testa.

All’inviata del Corriere della Sera, Vanessa dice, concludendo, “state attenti voi italiani, anche se non sembra la crisi dilaga. E voi potreste essere i prossimi”.

Già, la Grecia dista solo una sottile striscia di mare dalle nostre coste. E la cura Monti somiglia molto a quella dell’amico Papademos. È vero, probabilmente saremo i prossimi. È importante saperlo. Non è il tempo di negare l’evidenza, di chiudere gli occhi e sognare ancora per quei pochi istanti prima della sveglia. Ma neanche il tempo di disperarsi e strapparsi i capelli.

È importante capire a fondo, trovare alternative condivise, magari prendendo spunto da quanto avviene in Islanda, o in Ecuador; comprendere che un momento di rottura è un passaggio ormai inevitabile nella transizione ad una società diversa.

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/crisi/grecia_crisi_nera_poverta_suicidi.html

venerdì 16 dicembre 2011

Sabato 17 dicembre: gli Hobbit in concerto al Presidio Milano!




Grande concerto natalizio con la band Rac 'n' Roll degli Hobbit!



Sarà l’ultimo concerto prima della “pausa” del gruppo in preparazione al nuovo album.

mercoledì 14 dicembre 2011

Milano, 14 dicembre: Forza Nuova contesta Caselli.[VIDEO]

Oggi alle 21:00, presso lo spazio Melampo (via C. Tenca 7 – Milano) il procuratore Gian Carlo Caselli, mentre presentava il suo ultimo libro “Assalto alla giustizia”, è stato educatamente interrotto da una militante di Forza Nuova Milano, la quale ha letto davanti all’autore e agli ospiti della sala un'interrogazione dell’eroe anti-mafia Gioacchino Basile.
Basile, già sindacalista della CGIL, denunciò a più riprese i loschi affari che, all’interno dei cantieri navali di Palermo, la mafia portava avanti indisturbata. Denunce che il più delle volte rimasero inascoltate, anche dall’allora procuratore capo Caselli.
Da quei lontani anni novanta, Basile cercò ripetutamente l’attenzione del magistrato senza successo. Ironia della sorte, la casa editrice Melampo ha invitato Basile alla presentazione di questa sera. Impossibilitato a partecipare fisicamente, Basile, ha chiesto il supporto dei forzanovisti milanesi affinché consegnassero una lettera contenente alcune domande al procuratore.
Gioacchino Basile continua la sua lotta alla mafia a Palermo non più come sindacalista della CGIL ma come candidato sindaco di una lista appoggiata da Forza Nuova.

Ufficio Stampa Forza Nuova Milano

Guarda: il video del blitz

lunedì 12 dicembre 2011

Congresso di Forza Nuova – Tivoli 10 e 11 Dicembre 2011



Per chi non c’era e per chi c’era e vuole risentire gli interventi:

venerdì 9 dicembre 2011

Scuola pubblica: profumo di rinnovamento? No, solo puzza di vecchi banchieri!

Milano, 9 dicembre. Profumo di rinnovamento?No! Solo puzza di vecchi banchieri. Questo il testo degli striscioni che Lotta Studentesca, movimento giovanile di Forza Nuova, ha affisso davanti alle sede dei provveditorati di tutti i capoluoghi di provincia di tutta Italia.
Ancora una volta, Lotta Studentesca, così come è successo la settimana scorsa per il caso del Professor Scattone, non smette di battersi per la giustizia sociale. Riteniamo che– afferma Francesco Mangiaracina, coordinatore nazionale di Lotta Studentesca – l'istruzione sia un bene pubblico e per tal motivo non accettiamo nessun tipo di speculazione su di essa, in quanto va contro ogni principio etico.
E' chiaro che – continua Mangiaracina – affinché la scuola torni ad essere un'accademia istruttoria per la classe dirigenziale del futuro, sia fondamentale che su di essa vi sia una forma di Stato Sociale che ne incentivi lo sviluppo e la qualità e, per tal motivo, non possiamo non opporci a questo governo, simbolo e strumento di tutto ciò che, di fatto, va contro ogni Stato: banche e massoneria. Il tutto non può lasciarci indifferenti – continua sempre Mangiaracina – in quanto è come se una banca, mettesse a capo delle guardie giurate colui che il giorno prima ha programmato tutte le rapine nella stessa banca.
La nostra scuola – conclude Mangiaracina – è in vendita, per tal motivo avvisiamo il nuovo ministro dell' istruzione che, per il bene del nostro paese e dei suoi figli, faremo di tutto per evitare che anch'essa, come buona parte delle università, diventa una mera azienda fabbricatrice di omuncoli in serie.

Ufficio Stampa Lotta Studentesca

martedì 29 novembre 2011

Eventi di dicembre al Presidio




Dicembre 2011 sarà un mese denso d’impegni e iniziative a Presidio Milano.
Un vero e proprio “Calendario dell’Avvento” di incontri, cene e concerti!
Si inizia Giovedì 15 alle 21.30 incontrando il giornalista Massimo Fini. Titolo della serata: “Un governo al buio… dei caveau”.




Si prosegue sabato 17 – ore 21.45 – con uno straordinario concerto degli Hobbit, la famosa band rac ‘n’ roll chiude un’anno di concerti sul nuovo palco di Presidio…. Imperdibile!



Domenica 18 – alle 13.00 – in collaborazione con i Combattenti reduci della RSI ci ritroveremo per il “Rancio di Natale 2011″ (la prenotazione è raccomandata!)




Ma non è tutto!
Giovedì 22 Dicembre … Grande Festa di Natale di Presidio e FN Milano
dalle ore 20.00 aperitivo rinforzato alla milanese e cena per Soci, Militanti e Camerati ….. e per chi si prenota in tempo!

domenica 6 novembre 2011

FN: totale solidarietà al popolo genovese e dimmisioni del sindaco Vincenzi

La Federazione Provinciale di Forza Nuova in merito alla tragedia che ha colpito la nostra città e alla gravi responsabilità politiche del sindaco Vincenzi, dell’assessore Scidone e di tutta la giunta, comunica: “ Forza Nuova ha ascoltato basita, le parole irresponsabili della sindaco Vincenzi che ha rivendicato tutto ciò che è stato fatto, compreso il merito di aver tenuto in maniera ostinata, le scuole aperte. Di fronte a cosi tanta incompetenza, di fronte ad una amministrazione che non è stata in grado ne di annunciare ne tanto meno di gestire l’emergenza, di una amministrazione che per anni ha promesso la riqualificazione del torrente Ferreggiano, e bastano pochi minuti di pioggia intensa per causare morti, danni ingenti a proprietà ed immobili, attività distrutte, famiglie rovinate, non si può e non può bastare qualche passaggio in tv del sindaco, per avere la coscienza a posto. Forza Nuova ritiene estremamente grave e paradossale che il primo cittadino e l’assessore Scidone non abbiano chiesto scusa per aver tenuto le scuole aperte tenendo presente che almeno tre delle giovani vittime sono decedute per dover andare a prendere i propri figli e parenti a scuola. ( la nostra segreteria, nella sola giornata di ieri ha ricevuto decine di segnalazioni di genitori disperati che non riuscivano a raggiungere i propri figli nelle delegazioni di San desiderio e Bavari) La mancanza di umiltà, l’arroganza e la presunzione dimostrata, il totale distacco con il popolo genovese, scelte sclerotiche senza senso ( ieri scuole aperte , oggi divieto di circolare per le automobili), impongono scelte radicali ed immediate. Di fronte a questa tragedia, con giovanissime vittime sulla coscienza, importanti uomini politici, amministratori della cosa pubblica, appartenenti ad una cultura diversa e superiore, come quella orientale, hanno trovato nel suicidio, l’unica forma per espiare le proprie colpe nei confronti della propria cittadinanza. Forza Nuova si limita a chiedere le immediate dimissioni del sindaco Vincenzi e dell’assessore Scidone….

lunedì 31 ottobre 2011

Milano, 29 ottobre: noi non siamo in debito con nessuno




Noi non siamo in debito con nessuno: è il messaggio lanciato dalla manifestazione in piazza San Carlo, lungo corso Vittorio Emanuele pieno zeppo di gente come ogni sabato pomeriggio. Centinaia di militanti di Forza Nuova hanno animato l’appuntamento milanese, tra comizi dei responsabili del movimento e volantinaggio sullo strapotere delle banche sulla vita della politica e delle famiglie.
Straordinario l’interesse dimostrato dai passanti e dalla stampa: tanti i giornalisti presenti che, nella maggior parte dei casi, hanno riportato i fatti senza il solito carico ideologico. In particolare, onesti e corretti i servizi del TG3 Lombardia e de Il Fatto Quotidiano.
Un successo importante perché ha riportato al cuore del dramma della nostra società: il giogo sotto il quale i popoli e le Nazioni vengono tenuti dalla finanza internazionale alla quale non interessa altro se non auto mantenere i propri privilegi e le proprie ricchezze.
Purtroppo le proteste degli “indignati” – e soprattutto le divisioni dentro quel movimento sfilacciato e in corto circuito – hanno monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica solo sulla violenza di strada o sulle mise delle manifestanti più carine. Per fortuna, e per bravura, alle manifestazioni di Forza Nuova si è tornati a parlare della crisi economica e finanziaria; della perdita di lavoro, casa, diritti e dignità dei lavoratori onesti di tutto il mondo; della schiavitù da un sistema fumoso fatti di carta straccia, di tassi passivi da usura e tassi attivi da vergogna; di una bolla speculativa che in realtà nessuno vuole fermare visto che si continuano a stanziare milioni e miliardi per salvare le banche responsabili del disastro.







Oltre al presidio del pomeriggio, alcuni militanti milanesi di Forza Nuova in mattinata erano riusciti a salire sul tetto del palazzo delle Poste in via Cordusio e a srotolare uno striscione proprio di fronte alla Banca d’Italia: “CHIUDIAMO LE BANCHE, APRIAMO I CAVEAU”. Quello di sabato 29 ottobre è stato un successo di Forza Nuova ma anche di un popolo che si ribella all’impoverimento economico e culturale determinati da un sistema parassitario.
Forza Nuova Milano
il servizio di RAI3: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-021b33e8-92ca-45fa-ad9b-e42f4bfe8c16.html#p=0 (dal minuto 08.07)
il servizio de “Il fatto quotidiano”: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/29/forza-nuova-contro-le-banche/167317/#.TqyR6kXkx4I.facebook

venerdì 28 ottobre 2011

Sabato 29 ottobre: Forza Nuova in piazza contro banche e usura.


A Milano dalle 15.00 di sabato pomeriggio presidio in piazza S.Carlo. La sera concerto al Presidio dei Romantikus Eroszak

Milano – Piazza San Carlo dalle ore 15,00 MANIFESTAZIONE Roma – Piazza Mazzini dalle ore 17,00 CORTEO Catania – Piazza Roma dalle ore 16,30 CORTEO

Contro la crisi economica creata dal sistema bancario Contro il turbocapitalismo che affama il nostro popolo Contro una classe politica inetta e corrotta Per il lavoro Per la terra Per la famiglia Per la sovranità Per la moneta di popolo

AZZERAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO: il debito pubblico è dovuto al signoraggio ed alle speculazioni che il sistema bancario fa sulla pelle dei popoli, non pagarlo non solo è legittimo, ma in questa situazione doveroso e salvifico per l’economia e la vita del nostro paese. Dobbiamo abbattere i simboli di questo debito non dovuto, cominciando da strutture come Equitalia che assillano i poveri ed i più bisognosi perchè non sono in grado di difendersi da queste sanguisughe, mentre i potenti, i grandi evasori, possono contrattare la restituzione di parti irrosorie di debiti milionari.

SOVRANITA’ POPOLARE DELLA MONETA: solo la piena sovranità, quindi anche la sovranità monetaria renderà l’Italia un paese libero. La moneta deve essere proprietà del popolo, poichè la ricchezza che la moneta rappresenta convenzionalmente è prodotta dal popolo e non dalle banche che stampano moneta dal nulla e la prestano a tassi usurai.

NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE: la politica nazionale ed europea hanno finora salvato le banche dal tracollo usando soldi pubblici, soldi del popolo e allora nazionalizziamo le banche, restituiamo agli istituti di credito il ruolo sociale nell’economia nazionale, cacciamo speculatori e usurai. L’Islanda l’ha fatto, il Venezuela l’ha fatto, l’Argentina l’ha fatto e hanno superato la crisi!

ABBATTIMENTO DELLA CLASSE POLITICA MASSONICO-MAFIOSA: questa classe politica asservita ai poteri forti, ai banchieri, a potenze straniere, deve essere spazzata via dalla volontà e dalla partecipazione popolare.

CAMBIO DEL SISTEMA DI RAPPRESENTANZA: la democrazia rappresentativa, la partitocrazia hanno devastato l’Italia. Noi proponiamo un nuovo sistema di rappresentanza che affianchi ai politici eletti in numero dimezzato rispetto ad oggi, rappresentanze delle categorie lavorative e sociali del paese che fino ad oggi hanno subito passivamente le scelte scellerate dei politici

PRODUZIONE NAZIONALE: l’economia si basa sullo sfruttamento del lavoro a basso costo per invadere i mercati con prodotti scadenti che illudono la gente di risparmiare, mentre in realtà lentamente si autodistrugge, distruggendo l’economia locale. L’Italia deve tornare a produrre sul territorio nazionale, no alle delocalizzazioni all’estero, no alla grande distribuzione. La terra, l’agricoltura, sono la storia, la tradizione ed il futuro del nostro paese. Dobbiamo tornare ad essere autosufficienti a livello alimentare.

DIFESA DEL LAVORO: la delocalizzazione e la deindustrializzazione del nostro paese stanno rovinando la vita di milioni di famiglie che non trovano più lavoro a causa di un mercato squilibrato che privilegia i paesi in cui il lavoro costa zero. L’Italia deve difendere il lavoro ed i lavoratori e non la produzione ed il consumo. La piena occupazione di tutta la forza lavoro italiana è possibile e deve essere raggiunta.

E’ giunto il momento di fare sul serio!
E’ tempo di piazza!
E’ tempo di rivolta!


venerdì 7 ottobre 2011

Sabato 29 ottobre: Forza Nuova in piazza contro banche e usura.




A Milano dalle 15.00 di sabato pomeriggio grande presidio in pieno centro. Nei prossimi giorni le coordinate esatte. La sera concerto al Presidio dei Romantikus Eroszak

giovedì 22 settembre 2011

Romantikus Erőszak in concerto! (prima assoluta per l'Italia)


Siamo fieri di annunciare che il gruppo di punta della scena nazionalista ungherese suonerà, per la prima volta in Italia, sul palco del Presidio Milano sabato 29 ottobre alle ore 21.30!

I Romantikus Erőszak (violenza romantica) nascono nel 1993, hanno 11 dischi all'attivo, e con oltre 300 concerti sulle spalle sono senza ombra di dubbio lla band di riferimento della scena nazionalista ungherese.

Impossibile mancare!

mercoledì 29 giugno 2011

Forza Nuova non può manifestare, né con né senza autorizzazione.

Sabato 25 giugno, Milano e Mantova.

A Milano sfila il Gay Pride: uomini e donne vestiti e travestiti, con grosse disponibilità economiche visti i camion e addirittura i tir con casse e impianti acustici penetranti, con lustrini e paillettes, coriandoli e palloncini colorati, maquilage tra i più improbabili compresi quelli degli antichi egizi.

I militanti di Forza Nuova avrebbero voluto dire no: non a queste persone e a queste carnevalate ma alla “cultura” del tutto è possibile e del tutto è uguale che istituzioni e movimenti transnazionali vogliono far passare. L’obiettivo è la distruzione dell’ordine naturale delle cose, è la confusione, è la creazione di una bolla speculativa mondiale che alimenti le economie messe in crisi da una finanza spregiudicata. Lontana dagli uomini.

I militanti di Forza Nuova erano pronti a fare un flash mob per dire no al riconoscimento dello status di famiglia alle coppie omosessuali e per ribadire il concetto che non tutti gli italiani sono disposti a piegarsi al “politicamente corretto”.

In piazza San Babila, dove si sarebbe dovuto effettuare il blitz pacifico di Forza Nuova, i militanti invece si sono ritrovati decine di poliziotti in tenuta antisommossa e uomini digos in borghese pronti a un’azione di forza da esercitare contro il diritto di espressione di un’opinione.

La regola è sempre quella e sempre più ferrea: Forza Nuova, in questa città e in questo Stato democratico, non può esprimere opinioni. A tentare di impedirglielo, puntualmente, ci sono la Digos, i cessi sociali o qualunque altra realtà, tutti legittimati a non far parlare Forza Nuova.

E’ quello che è successo sempre sabato a Mantova: per tutto il giorno Forza Nuova Mantova ha tenuto un banchetto nel centro della città. Verso sera, quando erano rimasti 3 o 4 militanti, sono sbucati alcuni giovani immigrati, una quindicina, che hanno iniziato a provocare prima verbalmente e poi hanno aggredito i nostri.

Uno dei militanti di Forza Nuova è stato aggredito con un calcio in faccia.

I titoli dei giornali locali di oggi parlano di uno scontro e non di un’aggressione da parte degli immigrati come in realtà è stata. Fosse stato il contrario ci sarebbe stata la condanna su tutte le prime pagine e si sarebbe parlato di attacco razzista. Purtroppo per loro invece i violenti sono stati gli immigrati, ma non lo possono dire. Purtroppo per tutti.

Sodomiti: violenti contro natura. Cerchio VII, 3° Girone. Divina Commedia

Guerra contro l’eterosessualità.


Con la risoluzione ONU A/HRC/17/L.9/Rev.1 del 17 giugno 2011, la lobby LGBT (lesbo gay bisex trans) scende apertamente in guerra contro l’eterosessualità. Si tratta dell’ovvia conclusione di un cammino intrapreso anni fa, condotto attraverso il terrorismo psicologico e la propaganda mediatica. Ma il documento viene comunque definito “storico” dalle agenzie di stampa, poiché la risoluzione potrebbe comportare, per assurdo (ma non troppo), l’idea di utilizzare il pretesto dei diritti gay per scatenare nuove guerre.
Proteste formali sono giunte dal rappresentante pakistano Zamir Akram: «La risoluzione non ha nulla a che fare con i diritti umani, è preoccupante il tentativo di introdurre nelle Nazioni Unite nozioni che non hanno alcun fondamento legale»; e da un diplomatico della Mauritania: «La risoluzione è un tentativo per rimpiazzare i diritti naturali di un essere umano con dei diritti innaturali».
Fa specie che l’Unione Europea abbia approvato il tutto senza fiatare, quando è ovvio che questa risoluzione servirà come strumento di pressione verso quei Paesi che non riconoscono le relazioni tra persone dello stesso sesso (questa, secondo il linguaggio della lobby, è una discriminatory law). In realtà sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea hanno avuto un ruolo fondamentale nel persuadere il Sud Africa a presentare la risoluzione, così che gli altri Paesi africani non avrebbero avuto motivo di protestare contro l’imposizione forzata dei “valori occidentali”.
Senza troppi giri di parole, un giornalista della Associated Press ha attribuito all’amministrazione Obama un ruolo fondamentale nella promozione dei diritti gay «sia a livello nazionale che internazionale». Il “Deputy Assistant Secretary” dell’amministrazione americana ha tenuto a precisare che questa risoluzione servirà a combattere la battaglia tra la libertà (gay) e la tirannia (etero, visti i toni manichei).
La notizia segue di pochi giorni gli allarmi lanciati da tutti i quotidiani occidentali sulla “blogger Amina”, lesbica siriana rapita dalle forze governative del suo Paese, rivelatosi poi un falso costruito da un quarantenne americano residente in Scozia. La figura più imbarazzante l’ha fatta il Corriere, non tanto per esserci cascato con uno stucchevole pezzo in prima pagina, quanto per aver affibbiato la colpa ad altri (anche alla Siria stessa!).
La vicenda è indicativa per due motivi in particolare: in primo luogo, perché dimostra come i media occidentali siano interessati a ridurre la questione dei diritti umani a quella dei diritti gay. Le proteste in Siria hanno causato centinaia di morti, ma alla “società civile” occidentale è concesso il diritto di indignarsi solo per le vittime omosessuali (anche per quelle inesistenti).
In secondo luogo, la facilità con cui è stato montato il caso fa pensare che dietro la vicenda ci siano interessi più grandi, che non il trastullo di uno yankee assuefatto ad internet. Dopo il “caso Amina”, è già saltata fuori un’altra truffa “arcobaleno”: si è scoperto che un celebre blog di “lesbismo militante” era in realtà gestito da un pensionato sessantenne dell’Ohio. Come riporta l’agenzia di stampa, l’autore del sito «ex pilota dell’Aviazione Usa ed ex carpentiere, ha ammesso di avere usato l’identità della moglie per dare vita al sito, lanciato nel 2008, e sul quale, scriveva anche la finta Amina Arraf».
È assodato che i due blog fossero collegati, almeno nell’ispirazione, e chissà che nei prossimi giorni non vengano a galla altre notizie del genere.
Senza voler speculare troppo su questi avvenimenti, è comunque difficile non collegarli indirettamente all’operazione “Metal Gear”, lanciata pochi mesi fa dall’amministrazione Obama attraverso lo United States Central Command, allo scopo di creare un software per la registrazione automatica ai social network; ovvero, in parole povere, di creare profili falsi per influenzare l’opinione pubblica nazionale e globale.
Del resto gli indizi che gli USA vogliano influenzare anche la politica italiana in materia di “diritti gay” ci sono tutti. Basti pensare a quanto è accaduto durante l’ultimo gay pride di Roma (che, grazie alla giunta Alemanno, è durato addirittura 10 giorni): Hillary Clinton ha messo in allerta tutti i dipendenti delle ambasciate di Roma con una comunicazione ufficiale, in cui chiedeva di partecipare attivamente al corteo della “comunità lgbt locale”. E lo stesso Obama ha nuovamente proclamato giugno mese dell’orgoglio gay per il terzo anno di seguito (si veda il sito ufficiale della Casa Bianca per le “proclamazioni” del 2009 e del 2010).
L’ambasciatore americano David Thorne non se l’è fatto ripetere, e ha portato a Roma la cantante Lady Gaga per fare un po’ di propaganda.
(Apprendiamo da vari siti internet che anche alcuni dipendenti dell’ambasciata vaticana hanno deciso di seguire il corteo. Non è una notizia certa, ma si trema a cercarne la conferma…)
La parola d’ordine per tutti, secondo l’ANSA, è stata «i diritti umani sono diritti dei gay e i diritti dei gay sono diritti umani». Ciò è una riprova di quanto si diceva sopra: l’umanitarismo deve far definitivamente posto all’ideologia gender.
Lo scopo finale di tutto ciò non è ancora chiaro. È vero, la lobby gay è forte, potente e ricca; ma i governi hanno molti strumenti (politici, giuridici, culturali) per ridurre influenza di una lobby. Inoltre qui stiamo parlando di una ideologia nemica della vita. Come è possibile che lo Stato più potente del mondo ne faccia una questione di capitale importanza?
Si possono solo avanzare alcune ipotesi:
- Trasformare l’omosessualità in una questione politica è utile a istupidire i cittadini e a inibire la discussione sulle questioni sociali elementari;
- La pressione dei militanti omosessuali allo scopo di introdurre leggi contro la libera espressione (vedi l’assurdo dibattito sulla cosiddetta “omofobia”), è una buona “palestra” per i poteri forti interessati a ridurre progressivamente le libertà di tutti;
- Lo stile di vita omosessuale, narcisistico ed edonista, è quello di un consumatore instancabile; inoltre, abbiamo visto come i gay stiano rivoluzionando il concetto stesso di “consumo”, allargandolo alla sfera della riproduzione. Nel caso venissero approvate anche nel nostro paese le unioni di fatto, si aprirebbe un vasto mercato di “creazione” e “personalizzazione” del pupo.
- Lo stillicidio quotidiano e il terrorismo psicologico demoralizzano un’intera comunità, lasciata in balia di minoranze prepotenti disposte a tutto pur di imporre i loro capricci.
Una lettura più profonda la offre Riccardo De Benedetti:
«L’estendersi dei diritti è il modello reale a cui il sadico si richiama ogni qual volta ritiene insufficiente il limite impostogli dalla resistenza della vittima ai suoi piaceri. La crescita illimitata dei piaceri costruisce una coppia indissolubile con quella, altrettanto inesauribile dei diritti. […]Sembra quasi che il diritto al vizio stia concludendo il rosario dei dritti umani e che per completarsi manchi solo l’annullamento di quello che è stato l’inizio del diritto umano, vale a dire il riconoscimento dell’intangibilità della persona umana a immagine di Dio» [La chiesa di Sade, Medusa, Milano, p. 70].
Se la chiave di tutto fosse davvero il sadismo, saremmo di fronte ad uno scenario abominevole: l’avanguardia gay che prepara il cammino a nuove forme di violenza collettiva e legalizzata, mostruosità giuridiche che travolgeranno le anime belle color arcobaleno.
La guerra all’eterosessualità si annuncia come una guerra all’umanità stessa.

(Articolo di Roberto Manfredini – tratto dal sito Riscossa Cristiana)

La lesbica dichiarata Paola Concia e il Papa, ovvero quando…

il diavolo ti accarezza vuole l’anima…

Il Santo Padre Benedetto XVI nel suo viaggio apostolico in Croazia ha invitato i cattolici a non convivere ma a sposarsi con il sacramento del matrimonio e a fare numerosi figli. Subito l’agenzia ANSA, che non è neutrale ma è evidentemente di sinistra, ha riportato una dichiarazione dell’onorevole del PD Paola Concia che diceva: “ il Papa ha ragione” ma subito la leader degli omosessualisti italiani, che ha lasciato il marito e oggi convive con una lesbica tedesca, ribadiva: “ e’ assolutamente vero e sono d’accordo che bisogna impegnarsi a costruire legami duraturi. Allora diamo la possibilità a tutti coloro che si amano e vogliono impegnarsi di sposarsi” e ancora affermava: “ Sposarsi è un obbligo, si faccia in modo che chi vuole costruire un progetto di vita insieme possa farlo, a prescindere dall’orientamento sessuale”. Orbene tutto l’argomentare confusionario e immorale della Concia sulla legalizzazione civile dei matrimoni omosessuali si basa in gran parte sul fatto che l’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con un colpo di mano antiscientifico non considera più l’omosessualità una malattia psichica.

La definizione OMS di salute è anche, a ben vedere, il criterio in base al quale la voce omosessualità nel 1980 e la voce pedofilia nel 1994 sono state espunte dal Manuale dell’Associazione degli Psichiatri Americani (APA), a meno che non siano “ego – distonic”. Che significa questo? Che in campo psicologico , essi considerano l’omosessualità come un disordine non già in sè stessa, ma soltanto quando non è voluta dalla persona, quando è “problematica”, “vissuta male”, cioè quando è ego – distonic (ecco il relativismo): tale approccio del Diagnostic and Statical Manual of Mental Disorders. Rovert Spitzer, docente di psichiatria alla Columbus University di New York, nel 1973 fu tra gli esperti che sollecitarono una revisione critica degli studi sull’omosessualità; era presidente del comitato della nomenclatura del Diagnostic and Statical manual of Mental Desorders dell’APA. Grazie alla sua autorità scientifica le tendenze omosessuali furono cancellate come “disordine” dal manuale dell’APA e vennero riclassificate come condizione normale: l’omosessualità non è più un disturbo del comportamento se l’omosessuale non ne soffre (cioè se non è ego – distonic). Ciò avvenne anche quando un sondaggio indipendente, realizzato fra gli psichiatri statunitensi mentre il Manual era in preparazione, mostrava che la maggioranza di essi consideravano l’omosessualità come un disordine del comportamento. Quella accolta dal Manual non è una posizione di carattere scientifico, ma una decisione puramente ideologico – politica, non nata da alcun tipo di ricerca psicologica che potesse spiegarla o giustificarla. Una presa di posizione relativista nel campo della psicologia, secondo la quale ogni considerazione sull’omosessualità – e non solo – deve essere non di tipo oggettivo, ma di tipo soggettivo. Se il soggetto, cioè, si sente gratificato dagli atti omosessuali esso è da considerarsi normale .

Nel 1994 il consiglio direttivo dell’APA ha tolto dal settore delle patologie del Manual anche la pedofilia, e con le stesse motivazioni: la pedofilia sarebbe un disordine soltanto se il pedofilo soffre per la sua pedofilia. In Francia nel 1981 il Ministero della Sanità radia questa perversione dal catalogo delle malattie mentali. Questo dunque il criterio della moderna medicina mondiale che è stato enunciato dall’OMS. Che pensare al riguardo? Nel libro degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio, riguardo al “Discernimento degli spiriti” la Prima Regola (n. 314) insegna: “Nelle persone che vanno di peccato mortale il nemico suole comunemente proporre loro piaceri apparenti, occupando la loro immaginazione con diletti e piaceri sensuali, per meglio ritenerle e immergerle nei loro vizi e peccati; in tali persone lo spirito buono usa un modo contrario, pungendole e rimordendo loro la coscienza con i rimproveri della ragione [rimarchevole questo “rimproveri della ragione” in relazione alla legge naturale]”: cioè rendendole ego – distonic! Confrontando questa dottrina con i criteri dell’OMS e delle organizzazioni mondialiste (i criteri della Medicina dei diritti), ben si vede come il capovolgimento sia totale, poiché in base alle definizioni OMS lo stato di peccato mortale indotto e mantenuto dal nemico con l’inoculare all’immaginazione piaceri e diletti sensuali apparenti corrisponde alla “salute” (in quanto non è percepito soggettivamente come disturbante), mentre l’azione dello spirito buono che punge e rimorde la coscienza (rendendo così ego – distonic ma offrendo insieme, perciò stesso, lo spiraglio – per pura Grazia di Dio – alla riforma salutare della propria vita), esattamente questo corrisponde invece, per l’OMS, alla “malattia”! L’opposizione non potrebbe essere più speculare e dovrebbe dirla lunga – per chi vuole intenderla – sul marchio ispiratore di simili elucubrazioni. Ancora una volta per guardare al livello più profondo bisogna riferirsi al Catechismo ed al piano soprannaturale: è su questo piano che le cose si definiscono nella loro radice, anche se quell’aspetto può non essere il più facile da riconoscersi a sguardi puramente umani, e può addirittura urtare la nostra sensibilità moderna, così malata di naturalismo e di giustificazionismo e di misericordiosismo (misericordia che comunque è riservata solo al peccatore pentito, mai al male in se stesso: il peccato non ha diritti).

Cosa insegna il Catechismo riguardo a siffatte impostazioni, ed ancor più, a riguardo ai provvedimenti legislativi (ad esse ispirati), nonché a tutti gli atti di governo in senso lato, ai provvedimenti amministrativi ed attuativi, alle campagne mediatiche collegate, fattori tutti permissivi o addirittura intesi a promuovere – fino di fatto ad imporli – ogni sorta di abiezioni e disordini? Che si tratta di risoluzioni in contrasto con la Legge Divina non solo positiva, ma anche solo naturale, e che le società civili non possono ribellarsi a tal segno contro Dio senza trascinare i popoli nell’estrema rovina. Il peccato impuro contro natura è infatti tra i peccati più gravi e funesti (il secondo dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio), “perché direttamente contrari al bene dell’umanità e odiosissimi, tanto che provocano, più degli altri, i castighi di Dio” (Catechismo di S. Pio X, n. 154). Inoltre la legalizzazione del peccato impuro contro natura ha, nell’Europa cattolica, tutto il sapore di un altro peccato “tra i più gravi e funesti”: il peccato contro lo Spirito Santo, che consiste nell’impugnare la verità conosciuta (terzo dei sei peccati contro lo Spirito Santo). Sembra che i governi dell’Europa civilizzata dal cristianesimo vogliano lanciare a Dio l’estrema sfida della loro apostasia da Cristo proclamando, col liberalizzare i peggiori peccati, che non c’è né Legge morale né Dio, autore della Legge. Se a questo aggiungiamo l’omicidio volontario degli innocenti (primo dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio), vediamo bene quanto gridino le leggi europee e nazionali che stanno realizzando con rapidità crescente i disegni settari di rivoluzione omosessuale della società.

(Articolo di Don Marcello Stanzione, tratto dal sito “Riscossa Cristiana”).

Sabato 11 giugno: Antica Tradizione in concerto per festeggiare la fine dell'anno scolastico.


Sabato 11 Giugno 2011 alle ore 21.30 Concerto con Antica Tradizione – Il gruppo Bolognese di musica alternativa e tradizionale celtica si presenta, per la prima volta, a Presidio Milano.

Un’occasione da non perdere.

Prima, durante e dopo si svolgerà la Festa di fine anno scolastico di LS