mercoledì 12 maggio 2010


FORZA NUOVA ha scelto Milano per chiudere la mobilitazione nazionale contro le banche, manifestando nel cuore stesso dell’ Italia produttiva oggi abbandonata dalla finanza parassitaria. La protesta sarà anche contro il governo dimostratosi incapace di porre freno agli appetiti delle banche e di proteggere piccole imprese e famiglie di reddito medio o basso che oggi conoscono una crisi senza precedenti e senza vie d’uscita.
Troppo spesso gli italiani hanno ingoiato senza fiatare bocconi amari. Troppo spesso le promesse fatte prima delle elezioni sono state poi platealmente disattese. Alla manifestazione parteciperà Laszlo Toroczkai leader del HVIM, che salì agli onori della storia nazionale ungherese capeggiando la rivolta popolare del 2006, quando decine di migliaia di cittadini si riversarano per le strade, occuparono la televsione e circondarono il Parlamento perché l’ allora primo ministro fu registrato e ascoltato da milioni di ungheresi mentre ammetteva di aver ingannato il popolo volutamente e cinicamente.

Risultato politico di quella rivolta è oggi la grande affermazione di Jobbik che ha raccolto poco al di sotto del 20% dei voti ungheresi. Oltre a rappresentanze di Jobbik saranno presenti alla manifestazione delegazioni spagnole, francesi ed di altre nazioni europee. 
Roberto Fiore e Laszlo Toroczkai concluderanno con un comizio la giornata di lotta che sarà ricordata come pietra miliare del radicalismo patriottico e popolare europeo in lotta contro i poteri forti. Esempio per gli onesti. Monito per i corrotti.
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Reazioni L’ Anpi: no ai rigurgiti fascisti. I centri sociali: anche colpa vostra

Raduno dell’ ultradestra Scontro fra Pd e Pdl «Bloccarlo». «No ai divieti»

Il 22 maggio il corteo europeo «anti-banche»

Da una parte l’ Anpi e i partiti del centrosinistra, compresa l’ Udc. Dall’ altra il Pdl. La manifestazione che Forza Nuova sta organizzando a Milano per il prossimo 22 maggio divide Milano in due. Nel mezzo la Questura. Che nei prossimi giorni dovrà decidere se dare o meno il via libera al corteo. «Mica hanno la peste, i ragazzi di Forza Nuova. Il diritto a scendere in piazza sancito dalla Costituzione vale anche per loro». A difendere senza se e senza, ma la manifestazione dell’ ultradestra è l’ onorevole del Pdl, Paola Frassinetti. Con lei l’ ex assessore regionale Romano La Russa: «Forza Nuova è un partito come gli altri. Come gli altri deve poter scendere in piazza». E i saluti romani? «Un fatto goliardico», liquida La Russa. Alle iniziative in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane ucciso nel ‘ 75 da militanti di Avanguardia operaia, nei giorni scorsi ha partecipato anche la consigliera provinciale del Pdl, Roberta Capotosti. «Non andrò il 22 perché non appartengo a Forza Nuova - annuncia -. Ma la possibilità di manifestare il proprio pensiero deve essere garantita a tutti». «Siamo al solito dibattito ideologico - tira le fila il vicecoordinatore regionale del Pdl, Massimo Corsaro -. Perché allora non vietare le manifestazioni dei centri sociali, che spesso si distinguono per regali alla città come muri imbrattati e auto danneggiate?». Loro - i centri sociali - da una parte ribadiscono che «ogni evento di stampo fascista è intollerabile e come tale va contrastato». Per ora non sono state prese decisioni operative: il comitato Partigiani in ogni quartiere che raccoglie diverse realtà del mondo antagonista si riunirà giovedì sera. Le prese di posizione sul corteo del 22 accendono una polemica nella polemica. A fronteggiarsi sono Anpi e centri sociali (il Cantiere, per la precisione). «L’ associazione dei partigiani dovrebbe fare autocritica - attacca Luca Corradini del Cantiere -. Prima accetta che il 25 Aprile sia occupato da esponenti del Pdl come il presidente della Provincia, Guido Podestà, e il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Poi scopre che gli enti locali governati dal centrodestra l’ hanno sfrattata dalla Casa della Memoria». Ma l’ Anpi non ci sta. «Dopo quello che hanno fatto il 12 dicembre (tensioni in occasione della commemorazione di piazza Fontana, ndr) e ripetuto il 25 Aprile, quelli del Cantiere non hanno nulla da dire all’ Anpi», taglia corto Antonio Pizzinato. «Per quanto riguarda la rete “Partigiani in ogni quartiere”, faccio notare che non sono consentiti usi strumentali dell’ associazione». In questo clima il timore dell’ udc Savino Pezzotta è che si stiano rafforzando gli estremismi. «Il rischio è che qualcuno si ponga fuori dal dibattito democratico - constata Pezzotta -. Sta al senso di responsabilità della politica intervenire prima che succeda l’ irreparabile».

Rita Querze’ (5 maggio 2010) - Corriere della Sera

martedì 4 maggio 2010

Lido di Milano, 2 maggio: i Camerati ricordano Sergio Ramelli


Come da programma, domenica 2 maggio si sono svolti a Milano gli eventi organizzati da tutte le organizzazioni della destra milanese in ricordo di Sergio Ramelli, assassinato a 17 anni sotto casa da militanti di Avanguardia Operaia. Questo nonostante la sinistra avesse cercato in tutti i modi, sopratutto andando a piangere in Questura, di impedirne il regolare svolgimento. Oltre 500 persone hanno partecipato nella serata al concerto degli Amici del Vento. Diverse centinaia hanno assistito al Torneo di calcetto tra le realtà milanesi che ha visto vincitrice la squadra di Azione Giovani. Seguiranno foto e feed-back. Qui sotto i commenti dei principali quotidiani, un video e un servizio di radiopop…

Il Corriere:

«FUORI I FASCISTI DA MILANO». «NON POTETE PROIBIRCI DI MANIFESTARE»

Torneo per Ramelli, città blindata. Tensioni Estrema Destra-Sinistra

Forze dell'Ordine per evitare ai due gruppi di venire in contatto.

MILANO - «Per adesso il tempo ha tenuto: le divinità sono dalla nostra parte». Quello di Federico Goglio, in arte Skoll, ieri mattina a fine concerto, organizzato dalla destra radicale ai Giardini Ramelli, era più che altro un augurio. Cupo, invece, il clima nei pressi di piazzale Lotto, blindata da un ingente numero di forze dell’ordine per evitare ogni contatto: da una parte le varie anime dell’estrema destra, riunite al Lido per un torneo di calcetto in memoria del missino ucciso 35 anni fa; dall’altra il movimento Antifa, che si era dato appuntamento davanti al centro sociale Cantiere, in via Monte Rosa. Guardando al di là delle camionette di polizia e carabinieri quasi un migliaio di militanti hanno gridato: «Fuori i fascisti dalla nostra città», per poi partire in un corteo non autorizzato nel quartiere.

Ieri è stata la giornata conclusiva di una settimana all’insegna delle polemiche. Fatta da manifestazioni, presidi, cortei. Tutto per cercare di impedire una serie di appuntamenti indetti in ricordo di Ramelli. «Non si possono tollerare raduni nazi-fascisti nei quartieri», dicono i centri sociali. La risposta: «Ogni volta che organizziamo qualcosa si cerca di impedircelo». Ma la partita si è conclusa, appunto, ieri. In mattinata il concerto ai giardini Ramelli, poi il torneo (vinto da Azione Giovani) e quindi l’esibizione degli Amici del vento in serata sempre al Lido.

A pochi metri lo striscione «Il nuovo millennio ha bisogno di nuovi partigiani» ha aperto il corteo. Gli abitanti del quartiere si sono uniti al gruppo. Tra loro anche immigrati, bambini, anziani. Tensione in piazza Selinunte, quando la polizia ha cercato di bloccarli. Poi tutti di nuovo verso il Cantiere, dove si è conclusa la manifestazione tra poche gocce di pioggia.

Benedetta Argentieri, Corriere della Sera

03 maggio 2010

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_maggio_3/raduno-ramelli-tensione-argentieri-1602945888927.shtml

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La Repubblica:

L’ANNIVERSARIO

Torneo in memoria di

Ramelli, pomeriggio di

tensione al Lido

Centri sociali in piazza contro l’estrema destra. La polizia tiene a distanza i due gruppi che si fronteggiano

Succede tutto in duecento metri. In piazzale Lotto, chiusi dentro al Lido, gli estremisti di destra giocano a calcetto, poi ascoltano le ballate “fascio-folk” degli Amici del Vento. In via Monte Rosa, anarchici e militanti dell’ultrasinistra fanno un “presidio antifascista”, dopo un corteo nel quartiere San Siro. In mezzo, uno schieramento di forze dell’ordine inedito per dimensioni e organizzazione. Con le parole di un’anziana abitante di via Masaccio: «Sembra di essere in guerra». Dopo le stoccate di sindaco e Pdl, che hanno accusato prefetto e questore di non avere saputo gestire i centri sociali nella manifestazione del 25 Aprile, ieri la zona Ovest si Milano era blindata: è stata chiusa la fermata Lotto della metropolitana, e il piazzale è stato difeso da centinaia di poliziotti e carabinieri con mezzi antisommossa.

FOTO Le croci celtiche / I centri sociali

Il torneo di calcetto di “tutte le destre” in memoria di Sergio Ramelli, studente missino ucciso 35 anni fa da estremisti di sinistra, lo ha vinto Azione giovani, la squadra dei ragazzi del Pdl. Nel viale di accesso, le bandiere rosse con croce celtica di Ordine Nuovo. In campo niente arbitro, «perché i camerati le regole se le danno da soli», pochissime donne fra gli spettatori, pacche sulle spalle a fine partita fra gruppi che sino a ieri si sono odiati e spesso picchiati: da Forza Nuova a Casa Pound, fino agli Hammerskin. «Il torneo è stato una dimostrazione di unità», esultano gli organizzatori. Un’unità che preoccupa i centri sociali.

Il loro corteo è partito dal Cantiere, in viale Monterosa, ed è arrivato in piazza Selinunte, cuore popolare di San Siro, ad alta presenza di immigrati, «per dimostrare che la gente è con noi». Nel tragitto, la manifestazione si ingrossa: da duecento, strada facendo, gli Antifa diventano ottocento. E in piazza Selinunte scatta la tensione: la polizia dice che la manifestazione deve finire lì, gli anarchici vestiti di nero prendono la testa del corteo, compaiono bastoni e sciarpe per coprire i volti. Poi il megafono passa in mano ai veterani dell’antagonismo, gli animi si calmano, si torna al Cantiere. Alle 19 è tutto finito, fra musica e slogan «contro i fascisti di ieri e di oggi». In piazzale Lotto, i duri da stadio, con celtiche tatuate su braccia palestrate, sono costretti ad applaudire i pidiellini vincitori del torneo.
Ieri doveva essere il giorno della resa dei conti. Sui siti web “di area”, cioè Indymedia (sinistra) e Vivamafarka (destra), i toni della vigilia erano da scontro frontale: «Nessuno spazio ai fascisti», «Se ci attaccano risponderemo», «Questi bastardi a Milano non hanno cittadinanza», «Milano, a noi!».

A scaldare il clima è stato anche il pestaggio di un ventenne di destra durante la May Day Parade, il corteo del Primo Maggio dei centri sociali. Ma i proclama di odio si sono infranti contro il cordone degli agenti, che ha chiuso fino a sera l’accesso in piazzale Lotto da viale Monterosa. Un vero check point, con i carabinieri che facevano filtro. I centri sociali, che venerdì avevano occupato la sede della società comunale Milanosport per chiedere l’annullamento del torneo al Lido, ora hanno nuovi obiettivi polemici: «L’Anpi e il Pd - scandivano al megafono - ci criticano se contestiamo la Moratti e Podestà al 25 Aprile, poi non dicono nulla se i fascisti manifestano».

Franco Vanni, La Repubblica

03 maggio 2010

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/05/03/news/torneo_in_memoria_di_ramelli_pomeriggio_di_tensione_al_lido-3772671/

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Il Sole 24Ore:

A San Siro

proteste e cortei

per il torneo

dell'estrema

destra

MILANO - Alla fine il tanto contestato torneo di calcetto dei giovani di destra c’è stato. A vincerlo è stata la squadra di Azione giovani vittoriosa in finale sul team di Forza Nuova. Ma per un pomeriggio Milano è tornata indietro di quasi 40 anni. Niente incidenti, per fortuna. Ma cori, slogan, manifestazioni, cortei, bandiere, fumogeni che hanno ricordato un po’ la retorica e i toni degli anni Settanta. L’estrema destra da un lato. E l’estrema sinistra, dall’altro. Non una contro l’altra. Ma separate da un piazzale e da uno schieramento di polizia e carabinieri, degno di un corteo degli “anni di piombo”. In un derby a distanza, consumatosi senza mai toccarsi né sfiorarsi.

L’estrema destra giocava il torneo di calcio Sergio Ramelli (militante del Fronte della gioventù, ucciso da militanti di Avanguardia operaia nel 1975 quando era poco più che diciottenne) all’interno del Lido, la struttura gestita da Milano Sport, società del Comune che gestisce gli impianti sportivi della città. Ai gruppi dell’estrema sinistra non è andata giù. Anche perché, a loro avviso, la manifestazione avrebbe avuto il patrocinio della Provincia di Milano: nei giorni passati hanno protestato e occupato la sede di Milano sport, tanto che Mirko Paletti, presidente della società comunale, area Pdl, li ha denunciati.

La protesta è continuata anche oggi con un corteo partito dal centro sociale Cantiere di via Monte Rosa, a pochi metri di distanza dal luogo dove si svolgeva il torneo di calcio della destra, chei si è snodato lungo tutto il quartiere di San Siro. Qualche slogan anni Settanta («Fuori i fascisti da Milano») e qualche “riadattamento” in chiave contemporanea con cori rivolti contro Pdl e Lega, ma anche contro i vertici di governo nazionale e locale. Nel mirino anche Milano sport, accusata di “tradire” il suo scopo istituzionale: «Deve favorire lo sport per tutti - recitava uno striscione - non i raduni nazi-fascisti».

Nel corteo, anche cori e slogan pro-casa e anti-razzisti. Un solo momento di piccola tensione, quando le forze dell’ordine hanno fermato la manifestazione all’incrocio tra piazzale Selinunte e via Maratta chiedendo di scioglierla in quel punto. Poi, però, è proseguita fino a ritornare nel punto di partenza. Durante il percorso, il numero dei partecipanti è aumentato fino a raggiungere e superare le 500 unità (secondo gli organizzatori, però, erano circa 800). A ingrossare le fila, stranieri e seconde generazioni che vivono nel “quadrilatero” delle case popolari di San Siro.

«Perché protestano?», chiede una signora per strada. Quando le spiegano che è collegato al torneo di calcio dei giovani di destra annuisce: «Non dovevano fare il torneo il 1° maggio». Stesso discorso per alcuni ragazzi che hanno partecipavano al corteo: «No, non lo dovevano proprio fare». A chi fa notare loro che forse certe contrapposizioni possono essere state superate dai tempi, obiettano: «Ma quelli sono sempre fascisti». Il “vecchio derby” si ripropone. C’è anche qualche bandiera di partito o movimento politico (Rifondazione comunista, Sinistra critica) e spiccano quelle di “Antifascisti action” fatte sventolare dai ragazzi in assetto black block.

Dall’altro lato, invece, le bandiere sono diverse. Una volta superato il cordone di polizia ecarabinieri e attraversato piazzale Lotto, spazio a tricolori e croci celtiche in bella mostra all’ingresso del Lido e nel vialetto interno. Non manca il banchetto per le sottoscrizioni e la raccolta fondi subito dopo l’ingresso. «Stiamo qui da stamattina, stanno giocando e non c’è nessun problema». Nei campetti a lato, infatti, si gioca. I nomi delle squadre sono inequivocabili: Hammerskins, Casa Pound, Forza Nuova, Monza militante, Azione giovani. Qualcuno (come Forza Nuova) ha anche le divise da gioco personalizzate con il logo. Gli accenti sono un po’ di tutta Italia: non solo milanesi, quindi.

Cinque contro cinque in campo e senza arbitro. La formula del torneo prevede prima i gironi e poi la fase a eliminazione diretta con tanto di semifinali e finali (c’è pure quella per il terzo e quarto posto). «Vede? Siamo qui. Giochiamo e basta», sottolinea uno dei partecipanti. «Lo scorso anno abbiamo giocato la prima edizione a Opera e ora siamo qui - aggiunge - niente di più». A fare il tifo molto pubblico di “area” e non mancano teste rasate, scudetto tricolore e bomberino nero. Qualche battuta, un po’ retrò, su plutocrazie, dollaro e sterlina. Intanto a lato tra le bandiere con le croce celtiche che sventolavano, si preparava la salamella, con birra e la musica del gruppo neofascista “Amici del vento”. Il derby a distanza tra gli estremi si gioca anche così. Con il rosso e il nero separati da piazzale Lotto e dai cordoni di polizia.

Giovanni Parente, Il Sole 24Ore

03 maggio 2010

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Il servizio di Radio Popolare: