lunedì 20 dicembre 2010

Milano, Spazio 19-22 e la nuova stagione di Forza Nuova!

Il nostro buon senso, il rispetto delle regole e della convivenza civile ci hanno fatto decidere di rinviare l’inaugurazione della nostra nuova sede. Una decisione presa dopo febbrili contatti con varie istituzioni ma sopratutto i rappresentanti delle associazioni commercianti di C.so Buenos Aires che temevano che la città potesse essere messa a ferro e fuoco dai cessi sociali, come avvenuto pochi giorni fa a Roma. Milano e questo paese, infatti, sono ostaggio delle violenze dei “centri sociali” e di chi li spalleggia, come la CGIL e il PD.

Purtroppo in questa nazione di democratico non c’è nulla: Forza Nuova è un partito che si presenta alle elezioni ma evidentemente non ha diritto a manifestare come di prendere in affitto dei locali vinti tramite un regolare bando di concorso del Comune. A deciderlo sono sempre i soliti: violenti e questura.

Questa non è una nostra sconfitta, ma di chi governa questa città e di tutti i cittadini ai quali abbiamo voluto evitare le devastazioni come le abbiamo viste a Roma. A Roma non c’erano di mezzo i nemici fascisti ma le schegge impazzite di questo strano modio di gestire la politica e l’ordine pubblico.

Questa è una nostra vittoria. Forza Nuova ha dimostrato ancora una volta di avere la testa sulle spalle e di stare dalla parte della legalità e della ragione. Di essere un solido ed affidabile interlocutore politico. L’inaugurazione di Spazio 19-22 è solo rimandata ma è appena iniziata una nuova, grande e vincente stagione politica che ci vedrà impegnati in una entusiasmante campagna elettorale per l’elezione di sindaco e giunta comunale.

Ai violenti diciamo: prima o poi le nostre strade si incontreranno e il confronto sarà d’obbligo.

Forza Nuova Milano

http://www.youreporter.it/video_Blitz_militanti_Forza_Nuova_in_Corso_Buenos_Aires_1

IL BUON SENSO A DESTRA. E DALL’ALTRA PARTE I SOLITI PROVOCATORI.

di Renato Besana – Libero del 19 dicembre 2010

Il buon senso abita a destra: se ieri Milano ha evitato un pomeriggio di guerriglia urbana, stile Roma per intenderci, lo si deve ai nervi saldi di Forza Nuova, che ha rinunciato all’inaugurazione simbolica d’una nuova sede in corso Buenos Aires, prima accordata e poi negata dal Comune. La sinistra assortita invece ha egualmente tenuto la propria manifestazione di protesta, indetta contro il nulla, dal momento che era venuto meno il presupposto, o meglio il pretesto, per scendere in piazza, benché senza autorizzazione alcuna.
Questa volta, insieme alla teppaglia di centri sociali e affini, c’erano anche il Pd e la Cgil: gran brutto segnale, che ci riporta indietro di quarant’anni, quando la saldatura tra Pci, sindacato e movimentismo creò le condizioni favorevoli a una lunga stagione di violenza endemica, sfociata nel terrorismo. La scintilla è la stessa d’allora, un antifascismo militante che oggi soprattutto non ha più ragion d’essere (e che, alla fine, s’è di nuovo coagulato quale strumento di pressione sul governo di centrodestra, nazionale e cittadino, come testimoniano le scritte contro De Corato, fresche di giornata).
I ragazzi di Roberto Fiore si sono invece mostrati maturi e responsabili: pur di scongiurare il peggio hanno preferito mettere da parte le proprie ragioni, com’era già accaduto in altre occasioni. Le istituzioni, a questo punto, avrebbero il dovere di garantire la loro agibilità politica, anziché ostentare un accanimento che rasenta il grottesco, come nel caso del contratto d’affitto revocato da Palazzo Marino con argomenti ipocriti.
Milano non si smentisce mai: i centri sociali occupano dove e quando vogliono, in un droga party al Leonka c’è scappato il morto, alla Statale i gruppi antagonisti si sono addirittura presi un’aula, trasformandola in base operativa per le spedizioni punitive, in zona Navigli hanno stretto un patto con la delinquenza comune, violano ogni norma e provocano danni per milioni (basti pensare alla scia d’infami graffiti che lasciano dentro di sé dopo ogni corteo). Però la spuntano sempre: sembra che Comune, Questura e Prefettura facciano a gara per accontentarli. Forza Nuova agisce invece nel pieno rispetto della legalità, ma viene di continuo presa a calci e non può mettere il naso fuori dal suo stambugio in piazza Aspromonte. Un fulgido esempio di democrazia liberale, non c’è che dire.

Ecco comunque la panoramica della giornata nelle notizie di agenzia.

Ignazio La Russa: «Non conosco la materia giuridica sulla sede, ma trovo inaccettabile che ci sia chi vuole limitare in maniera preconcetta la libertà degli altri». Così il ministro della difesa a margine dell’inaugurazione del nuovo ponte sul Po tra Piacenza e San Rocco al Porto ha commentato la vicenda della sede di Forza Nuova in corso Buenos Aires con il presidio anti-fascista organizzato per oggi da Cgil, associazioni e partiti di centrosinistra. «Poi se c’erano ragioni per non consentire la sede non dico nulla – ha aggiunto – ma che sia una parte politica che ci ha abituato alla violenza a pretendere che altri non possano esercitare diritti in maniera preventiva mi sembra un segno assolutamente da condannare».
I rappresentanti di Forza Nuova hanno riconsegnato al Comune di Milano le chiavi del locale in Corso Buenos Aires che si erano regolarmente aggiudicati attraverso un bando pubblico ma che erano poi stati revocati dall’amministrazione per ragioni di ordine pubblico. La decisione fa seguito all’annuncio, già formalizzato ieri, di rinunciare alla inaugurazione della nuova sede. «Proseguiamo sulla linea della legalità – ha affermato il portavoce dei forzanovisti milanesi Marco Mantovani – resta fermo il nostro ricorso al Tar Siamo in trattative con il Comune di Milano abbiamo già avuto un incontro con il direttore generale, Antonio Acerbo, al quale abbiamo chiesto di assegnarci un bene confiscato alla mafia».
Si sono svolti senza incidenti i due appuntamenti che hanno caratterizzato il sabato milanese. Da un lato il presidio degli antifascisti in piazza Oberdan, dall’altro il dibatto nella sede di Forza Nuova in piazza Aspromonte. Un confronto a ‘distanza’ che si è concluso senza incidenti, nonostante la tensione della vigilia. Al centro della protesta degli antifascisti l’inaugurazione, in corso Buenos Aires, della nuova sede del partito di estrema destra concesso dal Comune. Un’autorizzazione poi revocata in seguito alle polemiche sollevate dalle associazioni, tra cui l’Anpi e la Cgil, e dal mondo della sinistra cittadina. Ieri Forza Nuova aveva annunciato in extremis che l’inaugurazione sarebbe stata rinviata per venire incontro alle esigenze dei commercianti e per evitare che Milano «fosse messa a ferro e fuoco dai centri sociali». I centri sociali, dopo tre ore di presidio al quale hanno partecipato circa mille persone, si sono allontanatati in direzioni di via Palestro, mentre i ragazzi di Forza Nuova sono rimasti nella loro sede sorvegliati a vista da polizia e carabinieri.
La protesta dei commercianti: ”Siamo tutti danneggiati. Per cosa e per chi manifestano? Se ne vadano a casa”. Dura reazione dei rappresentanti dei commercianti e i cittadini di corso Buenos Aires, presenti oggi in piazza Aspromonte per l’incontro nella sede storica di Forza Nuova, contro il presidio di protesta organizzato da sindacati e antifascisti in Porta Venezia. Secondo i commercianti, il presidio antifascista, indetto contro
l’iniziale scelta di Forza Nuova di inaugurare la nuova sede di corso Buenos Aires, poi revocata dal Comune, e’ una manifestazione “ingiustificata” dal momento che Forza Nuova, ”dimostrando grande senso civico”, ha deciso di disdire l’iniziativa e promuovere un incontro nella vecchia sede per evitare altre polemiche. L’accusa rivolta alle associazioni promotrici del presidio e’ che la loro presenza, con conseguente presidio di polizia, ha allontanato i clienti dai negozi del corso. “Rovinano il nostro lavoro – ha spiegato Paolo Uguccioni, presidente del Comitato Cittadini di Corso Buenos Aires-Venezia - i sindacati vadano a fare le loro trattative per i lavoratori, non vengano a rovinare un bel sabato in cui le famiglie dovrebbero venire a fare gli acquisti di Natale”.
La furia di Osnato: La decisione delle autorità dipubblica sicurezza di autorizzare il presidio antifascista in Corso Venezia a Milano contro l’annunciata apertura, poi annullata, di una nuova sede di Forza Nuova, ha scatenato le ire del vice coordinatore cittadino del Pdl Marco Osnato, che ha chiesto un intervento disciplinare del ministro dell’Interno Roberto Maroni nei confronti del questore e del prefetto.
“Ancora una volta Milano – ha detto Osnato – si vede vittima dei ricatti della sinistra estrema con la complicità del Pd: è sorprendente che dopo aver richiamato tutti al senso di responsabilità il questore e il prefetto di Milano abbiano autorizzato la manifestazione delle organizzazioni della sinistra istituzionale e di qualche vetero sessantottino in servizio permanente effettivo, contravvenendo agli accordi presi. Spero che l’ottimo ministro Maroni sappia valutare attentamente quanto avvenuto oggi a Milano rispetto alla capacità delle persone preposte alla gestione di un ordine pubblico che in realtà è in mano a quattro pseudo antagonisti”.
Osnato si sarebbe aspettato che le autorità di pubblica sicurezza tenessero la stessa linea di rigore adottata con l’estrema destra anche con il comitato antifascista. “Dopo aver spostato un comizio del Pdl in piazza Duomo – ha aggiunto Osnato – e dopo che Forza Nuova ha mostrato senso di responsabilità annullando la manifestazione in Corso Buenos Aires, dubito che in futuro questore e prefetto possano ancora avere la credibilità di chiedere mediazioni. Lo dico nei riguardi dei rappresentanti dei partiti ma soprattutto dei commercianti di Corso Buenos Aires che dopo aver vissuto qualche anno fa scene di guerriglia urbana hanno visto la loro via militarizzata nell’ultimo sabato di shopping prenatalizio per colpa di pochi black bloc resi istituzionali da Pd e Cgil”.

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